La leucemia prolinfocitica è una patologia
linfoproliferativa cronica dovuta a trasformazione neoplastica di
cellule
staminali già commissionate per la linfopoiesi, nell’80% dei casi di
tipo B.
Le cellule
neoplastiche presentano le caratteristiche
morfologiche del prolinfocita
(abbondante citoplasma debolmente basofilo, cromatina nucleare
moderatamente
addensata, grosso nucleolo centrale) e caratteristiche immunofenotipiche
intermedie tra il linfocito e la plasmacellula (immunoglobuline ad altà
demensità
ed antigeni B associati, più raramente T associati)
Colpisce
prevalentemente gli anziani (età media 65 anni) con predilezione per il
sesso
maschile (rapporto maschi/femmine 2:1)
Clinicamente
è più aggressiva della leucemia linfatica cronica, della quale può
essere
evoluzione finale (il 10% di LLC esitano in LPL)
Il quadro
clinico è rappresentato da manifestazioni da insufficienza midollare
con
astenia, febbre, sindrome emorragica a
cui si aggiungono quelli legati alla splenomegalia (presente nell’80%
dei
pazienti) e alla epatomegalia (presente nel 50% dei pazienti), rare
sono le
linfoadenomegalie significative.
Laboratoristicamente
evidenzia spiccata linfocitosi (nel 60-70% dei casi i prolinfociti
superano i
100.000/mm3) con riscontro di prolinfociti con
membrana esterna
brillante (Ig ad alta densità). Nella metà dei casi sono presenti anche
anemia
e piastrinopenia.
La malattia
ha prognosi
più severa rispetto alla leucemia linfatica cronica, esordisce spesso
in stadio avanzato ed è sempre evolutiva con progressivo aumento dei
linfociti
circolanti e del volume della milza, e con una mediana di sopravvivenza
di 2
anni.
LEUCEMIA A TRICOLEUCOCITI O TRICOLEUCEMIA
La tricoleucemia è una patologia
linfoproliferativa cronica dovuta a trasformazione neoplastica di
linfociti B
in avanzato stato maturativo, con altà densità di immunoglobulina sulla
membrana e con presenza di caratteristiche protursioni citoplasmatiche
lunghe e
sottili, simili a capelli (da cui il nome tricoleucemia)
Colpisce
prevalentemente gli adulti
(età circa 50
anni) con predilezione per il sesso maschile (rapporto maschi/femmine
5:1).
l quadro
clinico è rappresentato da manifestazioni da insufficienza
midollare con
astenia, facile stancabilità, febbricola, episodi infettivi recidivanti
e manifestazioni
emorragiche.
Nella
maggior parte dei casi (80%) è presente una splenomegalia di grado
variabile
associata o meno a senso di ingombro addominale e dolore in ipocondrio
sx.
Laboratoristicaamente
si evidenzia leucopenia con neutropenia e linfocitosi (inversione delle
formula
leucocitaria) con presenza di linfociti capelluti circolanti. Spesso si
associano anche anemia (normocitica e normocromica di grado medio) e
piastrinopenia (talora anche molto marcata)
L’introduzione
dell’IFNα ha
notevolmente cambiato la prognosi della tricoleucemia e la
sopravvivenza: prima dell’avvento della terapia con interferone la
prognosi
della tricoleucemia era pessima con sopravvivenza medianatra 40 e 60 mesi!
La terapia
attualmente si avvale principalmente dell’IFNα e 2-clorodeossiadenosina
che
garantiscono una remissione completa e duratura nel 90% dei pazienti.